Triviale. Dietro le cattive intenzioni. – Recenzione

Mangaforever.net –  Sergio L. Duma, 2/07/2013

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Il fumetto nostrano non ha evitato di descrivere e denunciare l’Italia del degrado i cui esempi, ahimè, si sprecano ed è questo il caso di Triviale, graphic novel pubblicata da VerbaVolant Edizioni scritta dal duo Galanti/Meloni e disegnata da Massimo Modula. Se dovessimo inserire l’opera in un particolare genere narrativo potremmo optare per il noir poiché la storia deve molto alle suggestioni crime e hard-boiled, con qualche influsso di certe pellicole hollywoodiane.

La vicenda si svolge a Triviale, paese della Sicilia che pare uscito da un romanzo di Sciascia. Apparentemente la vita è tranquilla e i cittadini trascorrono la loro esistenza impegnati nelle consuete attività lavorative. Prevale un’atmosfera di religiosità diffusa, sebbene ostentata e non realmente sentita, con le festività patronali, le messe, il parroco che ha un ruolo di prestigio al pari del sindaco. Non mancano le pulsioni erotiche suscitate da belle donne che passeggiano in strada e ottengono l’ammirazione di uomini che paiono versioni contemporanee di vitelloni felliniani. E ci sono segrete pulsioni, come sanno alcuni maschi irreprensibili abituati a frequentare segretamente (ma è un segreto di Pulcinella) travestiti. Tutto normale, quindi?

Mica tanto. Perché a Triviale la mafia non è una diceria. Non è mutuata dai film di Coppola o di Scorsese. La mafia è il potere e condiziona la politica e l’economia della città. La mafia è rappresentata da una famiglia di uomini d’onore, spietati al punto giusto, dediti all’estorsione e pronti ad ammazzare chiunque in caso di necessità. Malgrado tutto la situazione ha raggiunto a suo modo un equilibrio: la mafia prospera e le brave persone si fanno gli affari loro. Ma che succede se all’improvviso compare un elemento destabilizzante?

Tale elemento è la misteriosa figura di un angelo, o presunto tale, che inizia ad uccidere con una balestra persone discutibili tutte più o meno legate al clan mafioso. Chi è costui? È davvero una creatura celeste? È l’allucinazione di testimoni dall’immaginazione sfrenata? O le risposte sono più inquietanti? E se si trattasse invece di un giustiziere? O, peggio ancora, di un serial killer? Gli sceneggiatori Gabriele Galanti e Angelo Orlando Meloni fanno un buon lavoro, delineando una story-line che pur inserita in un’ambientazione di provincia non è provinciale nei toni e nell’incedere narrativo e rivela influssi noir, del polar francese e dell’estetica pulp degli ultimi anni. I testi sono secchi e sintetici, chiaramente hard-boiled, e i dialoghi hanno una stringatezza efficace che li rende perfetti per un film o un serial televisivo.

Dal punto di vista grafico, il penciler Massimo Modula si rivela funzionale e adatto ai toni della trama con il suo tratto grezzo, contorto, volutamente sgradevole che ben rende visualmente le devianze che fungono da tematica principale di Triviale. Credo che sia palese la fascinazione che Modula prova nei confronti della scuola fumettistica sudamericana e in alcune sequenze, facendo le debite proporzioni, ci sono echi del grande Josè Munoz. Modula dà il meglio di sé nelle tavole di ambientazione notturna dove la densa inchiostratura ben rappresenta l’oscurità dell’animo umano e risulta meno suggestivo nei momenti più quotidiani e tranquilli. Tuttavia, la sua prova non è affatto da bocciare e nel complesso l’artista è valido.

Il finale della storia che ovviamente non rivelerò è ambiguo e aperto ad una miriade di interpretazioni. Si scoprirà la verità sull’angelo ma forse non esiste una sola spiegazione ed è proprio questa la chiave di lettura sia dell’opera sia della Sicilia contemporanea, realtà talmente sfaccettata da rendere impossibile un’unica definizione. E a conti fatti credo che gli autori abbiano voluto evidenziare tale aspetto con il pretesto di un noir abilmente concepito.

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